Una lucida follia: Il Trentatré, dall’Italia alla Piazza Rossa.
Martedì 20. È un pomeriggio di agosto, riscaldato dal sole e da emozioni di ogni genere, con i bravi alpini pronti alla Malpensa. Cappelli con la penna e voci dalle inflessioni dialettali di mezzo Nord Italia invadono lo scalo. Tutti ex della gloriosa Brigata Tridentina, forse non più nella robusta giovinezza ma certi di partecipare a qualcosa di straordinario e pronti a lasciare, per due settimane, i fidi tetti del villaggio. Giunti a Mosca, dopo una manciata di ore di sonno in hotel, il mattino seguente si raggiunge la “base logistica” assegnata. Un’ala del Museo Nazionale, sul lato nord della Piazza Rossa. Già, la piazza… L’impatto è impressionante: un solenne selciato attrezzato alla perfezione per le esigenze del festival. Nel prendere coscienza del momento, sentiamo con noi i 350 mila alpini dell’A.N.A., portiamo nel cuore la “nostra” Brigata e l’Italia intera. Una parte di mondo ci guarderà (si parla di oltre mezzo miliardo di spettatori con le dirette televisive) e dovrà percepire l’indomita fierezza degli sguardi, dell’incedere alpino, come sa bene il direttore della fanfara, il Primo Luogotenente Donato Tempesta, Sottufficiale di Corpo delle Truppe Alpine. Da Sottufficiale ancora in servizio, egli è il garante della storia, del bagaglio etico, morale e dello “stile” militare del Corpo. Vuol dire puntualità, serietà, compostezza e ordine; significa muoversi sempre per righe a seguire, in ogni trasferimento, sia all’interno dell’area riservata sia fra le vie contigue, immersi fra turisti, italiani e non, che rimangono affascinati dal nostro atteggiamento: “Viva l’Italia! Viva gli Alpini! Bravi… Spasibo!”, gridano. Sorrisi, foto, un calore umano che non avevamo messo in conto. I baldi e forti petti si gonfiano per una sensazione fantastica che non dimenticheremo mai.
Lo Spettacolo
E lo spettacolo? Nei 180 chilometri fatti a piedi in 13 giorni, molti sono il risultato delle 12 repliche serali consecutive e delle ore di prove in solitaria, indispensabili per essere all’altezza di un vero e proprio show, con effetti speciali d’ogni tipo, roboanti colpi di cannone e fuochi d’artificio finali. Dopo una sorta di sigla iniziale con tanto di gruppo rock, il regista decide che toccherà proprio a noi aprire le tre ore di spettacolo. O-cappa! Alla Prima, la sera del 22, le cannonate sono dei nostri tamburi imperiali, le gambe si alzano a 90 come non fa più nessuno e il severo passo alpino, motivo di ammirazione sincera da parte dei maestri direttori delle altre bande, nasconde bene sia l’emozione che la tensione. “Lo spettacolo siamo noi!”, sentenzia più volte Donato (così è chiamato dallo staff russo). È vero ma, quella sera, sulla piazza abbiamo lasciato una parte del cuore, arso da una fiammata del nostro valore alpin. Lo stesso che, in altri luoghi importanti di Mosca, abbiamo trasmesso in vari concerti brevi ma intensi, vissuti con trasporto e interesse da parte di un pubblico sempre caloroso. Uno su tutti, presso la tenda VIP, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Russia e di altre autorità internazionali. Merita un cenno particolare il “dietro le quinte” del festival, vissuto nell’area delle tende, una tenso-struttura a ferro di cavallo montata alle spalle di San Basilio, verso la Moscova, nella quale le compagini hanno modo di prepararsi ognuna al proprio ingresso previsto dal minuzioso programma. Di fianco a noi i giapponesi, con la cantante solista, l’affascinante Michico, incapace di reggere al desiderio di fare foto con gli alpini che ben pochi credono essere dei semplici cittadini, alpini non più in servizio attivo. Eppure è così: dei civili, alpini per sempre, animati da una lucida follia, confrontarsi con bande militari professioniste di assoluto valore internazionale, e farlo con successo! Che dire poi dei “bocia” della scuola militare di Suvorov? Nemmeno ventenni, ospitati nella tenda di fronte, vengono quasi tutte le sere fra di noi, per cantare la loro terra e godere della nostra compagnia. Inizialmente cupi e isolati, pure i Nord Coreani, dopo i primi giorni, cedono, lasciandosi andare a selfie col Cappello Alpino e scambi di stemmi, mostrando un grande interesse per due strumenti – tamburi imperiali e sistro – che devono aver colpito il loro immaginario. Eh sì, cara Tridentina, difendi sempre la frontiera, rendi onore alla tua Italia e tieni sempre alta la bandiera: Il Tricolore svetta ad ogni replica, sostenuto dal Vice Presidente Nazionale Mauro Buttigliero, dal Consigliere Nazionale Renato Romano e dal “nostro” Francesco Brighenti. Il Trentatré echeggia sulla piazza rossa, cantato a squarciagola, affinché ognuno degli 8 mila presenti sappia che abbiamo sì nostalgia delle nostre famiglie ma che stiamo offrendo il massimo di ciò che la salda gioventù della naja ci ha lasciato in eredità. E tu, terra di Russia, hai tracciato un segno indelebile nei nostri ricordi ma, forse, sul nobile selciato moscovita, si parlerà ancora a lungo degli uomini di quella terra dove amor sorride e più benigno irradia il sol.
Fanfara Tridentina
Emozione, orgoglio, senso di appartenenza, sono tanti i sentimenti che si sono susseguiti nella mia mente in questa trasferta dove l’Associazione Nazionale Alpini su invito dello Stato Maggiore della Difesa ha rappresentato l’Italia in questa prestigiosa manifestazione. Impegno, dedizione, spirito di sacrificio, sano orgoglio patriotico capacità di stare insieme con un unico obiettivo, rispetto reciproco e delle regole, atteggiamenti e sentimenti che ognuno di noi si porta dietro da quel periodo della vita passato in caserma e donato alla Patria e che ancora una volta sono stati indispensabili nella storia della nostra vita civile spesso in modo talmente naturale da non rendercene conto. Cappello alpino, amicizia e fratellanza dei popoli nel segno della musica così potrei definire lo Spasskaya Tower military tattoo festival. Un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa magnifica esperienza, ognuno facendo bene la propria parte, da Alpini.
Mauro Buttigliero
Giunto alla 12esima edizione, il festival è di diritto il più importante al mondo, comparabile solo con il leggendario Tattoo di Edimburgo. Forte del suggestivo scenario della Piazza Rossa di Mosca e di un’organizzazione impeccabile senza risparmio di mezzi e risorse, è avvertito dalla popolazione e dalle autorità come uno dei principali eventi culturali dell’anno. Ne sono la prova le oltre 90 mila presenze sulle tribune allestite al centro della piazza, i 500 mila partecipanti ai molteplici eventi collaterali nonché oltre il mezzo miliardo di spettatori coinvolti dalle varie dirette televisive.
Solo per lo spettacolo serale principale, l’edizione del 2019 ha visto, oltre alle 16 bande russe, la partecipazione di 15 gruppi bandistici militari provenienti da 12 nazioni differenti, con l’intervento di vari solisti internazionali fra cui l’applauditissima e amatissima Mireille Mathieu.
Da segnalare, per gli eventi collaterali (ben 89 in tutta Mosca), la presenza di altri 26 complessi musicali giovanili (dalla Russia, dall’Uzbekistan e da Israele) e di 15 Guardie d’Onore Giovanili.